Il corridoio era lungo, lineare, silenzioso.
I miei passi tranquilli non producevano alcun rumore. Mi sentivo calmo e sicuro, anche se non sapevo proprio dove mi trovassi. Né tanto meno perché…
Ma ero lì. E camminavo lentamente, nel silenzio ovattato.
Un corridoio ben illuminato, con tante porte. Tutte uguali. Scure con dei pomelli di ottone. Porte che per il loro colore spiccavano sul chiaro delle pareti.
Illuminazione diffusa e gradevole, anche se non riuscivo a identificarne la fonte…

Già. Ma cosa ci faccio, io, in questo edificio?
Proprio non lo so. Oltrepasso una porta dopo l’altra, quand’ecco che sento forte l’impulso di fermarmi. Lo faccio. Mi volto a destra. Allungo la mano sul pomello d’ottone.
Tondo. Liscio. Freddo, ma piacevole. Lo giro lentamente, clack, apro la porta…

Stanza illuminata. Deserta. Ampia vetrata di fronte a me. Finestra aperta che fa entrare una bella aria fresca. Rumore di un soffuso traffico lontano. Grattacielo di metropoli. Piani alti. Molto alti. Skyline di città. Laggiù, una ventina di piani, forse, la strada che brulica di traffico.

E di nuovo l’impulso ad agire. Prendo uno slancio e mi getto con naturalezza attraverso la finestra e… spicco il volo!

Una meravigliosa planata.
So volare… Proprio volare, ragazzi! Librarsi nell’aria. So come si fa. È semplice. Molto semplice. Basta averne l’intenzione! Tutto qui.

Sto ancora veleggiando lentamente oltre i grattacieli, gustando il piacere eccitante di librarmi nell’aria, novello Neo, quand’ecco che un rumore antipatico, proprio fastidioso, mi distoglie dalla mia grande gioia…

Sul comodino del letto la sveglia proprio non la smette di suonare, suonare, suonare…

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Esplorazioni