L’aria dell’estate mi accarezza il viso. Il sole del mattino è già alto e la temperatura perfetta. Poche belle nuvole nel cielo macchiano il blu intenso dello sfondo. L’asfalto liscio e il ronzio costante dello scooter sono proprio perfetti.

Una bella strada di campagna, sinuosa e gradevole, si snoda nei campi tra le dolci colline coltivate. Il nastro grigio su cui scivolo pacifico. Anche se, cosa strana, non c’è proprio nessuno per strada. Neanche un’anima. I campi gialli di girasole splendono al sole e qualche raro uccello veleggia silenzioso nell’aria. Tarda mattina. Senza però nessuno che renda più normale la scena. Un che di strano, che però non riesco a cogliere con precisione.

Per contrasto, il fluire del percorso su questa strada così perfetta – neanche una buca! – rende molto piacevole il mio viaggio.

Ad un tratto, lungo il rettilineo, laggiù, proprio in fondo, dove la strada sembra finire, s’intravede qualcosa… Una macchina ferma?
Sì. Proprio così. Mentre mi avvicino rallentando, riesco a distinguere sempre più particolari. La macchina, un triangolo a terra, una ruota che manca.

Forato? Quasi sicuramente, anche se non si vede nessuno. Accosto. Mi fermo. Mi tolgo il casco dopo aver sistemato il mio mezzo sul cavalletto. Mi guardo attorno.
Poco più in là, nascosto dagli arbusti c’è un vecchietto. Seduto sull’erba. Immobile.
Mi avvicino e gli do una voce: «Serve aiuto?»
Il vecchio, minuto, si volge verso di me con un movimento aggraziato, mostrandomi occhi azzurri chiarissimi. Con un lieve sorriso lentamente risponde: «No. Grazie. Stavo cercando di aggiustare la ruota, quando mi sono accorto di non avere quella di scorta…»
«E allora?», dico io.
Lui di rimando, sempre con grande tranquillità: «Niente. Mi son messo ad ammirare questa meraviglia di paesaggio…».

Avrei dovuto considerare strana quella situazione. E invece… Era proprio un bel punto di vista quello in cui s’era fermato il vecchio. La serenità che quella scena emanava era così assoluta che anch’io – rapito da quella vista magica – mi siedo vicino a lui e mi metto a contemplare lo spettacolo.

In completo e assorto silenzio…

 

Print Friendly, PDF & Email
L’incontro