Ieri ascoltavamo con grande interesse una conversazione-intervista tra Massimo Mazzucco e Mauro Aimi, che si occupa di ipnosi linguistica, nella quale si dibatte del fenomeno del complottismo, o meglio dell’informazione alternativa, in rapporto al mainstream e ai debunker in particolare, attraverso l’uso del linguaggio.

Stamani i due editoriali di Nature. Il primo.

Scientists must rise above politics — and restate their value to society
Scholars globally are feeling the heat from politicians. They should take inspiration from scientists in the 1950s who raised the alarm over nuclear weapons.

Sarà un caso ma noi rileviamo la seguente interpretazione, che ai nostri occhi, dal nostro personale punto di vista, assurge a una vera e propria evidenza. Anche se siamo consapevoli che le nostre non sono altro che interpretazione di eventi, ovvero esperienze personali, che, come tali, vengono incasellate nel nostro specifico Sistema di Riferimento Personale. Anche noi quindi interpretiamo. Non è possibile fare altrimenti. Quindi, niente verità assolute, ma, più semplicemente, un nostro punto di vista.

Vediamo la nostra interpretazione allora.

Ciò che viene passato come informazione oggettiva, racconto di un evento passato, il fatto che gli scienziati avessero messo in guardia il mondo dalla temibile guerra nucleare (foto di Albert Einstein), pone la categoria scienziati al di sopra delle parti. Li qualifica. Peccato che a ben guardare sono sempre gli scienziati che hanno reso possibile la bomba H, no? Ma procediamo, non è questo il punto, ora.

Secondo editoriale.

Syriza may have lost the election, but Greece’s research reforms deserve to stay
The incoming government should respect its predecessor’s research policies, including public-funding increases and an independent national funding agency.

Se il primo assunto ha preparato il campo, ergo è bene, anche in casi particolari, specifici, come quello della Grecia che si agisca in un determinato modo nei confronti della politica della ricerca e della modalità dei finanziamenti (privati) alla scienza. Proprio come suggerisce la scienza. Anche qui c’è un salto logico, in realtà, ma ad un’osservazione superficiale, inconscia, tutto torna, è bene che sia la scienza a decidere, per il bene della società tutta, essendosi qualificata come da precedente articolo.

Questi due articoli, in questa sequenza, ci sembrano proprio un esempio di un uno-due nel pugilato. La qualificazione della classe degli scienziati, della scienza tuot court, al di sopra delle parti, che tende a salvaguardare la società, per poi arrivare ad una logica conlcusione (deduttiva, come ci ricorda Mazzucco) che in Grecia la politica deve necessariamente comportarsi in un certo modo a proposito dei finanziamenti sulla ricerca, secondo i suggerimenti dei tecnici-scienziati.

Non ci interessa qui contestarne il contenuto, ma osservare soltanto la forma di questo tipo di informazione, che come dice la parola stessa, di fatto, “mette in forma” o con brutto neologismo anglo-informatico formatta il nostro modo di pensare e quindi di percepire il mondo. E in modo molto sottile. Spesso, infatti, nemmeno ce ne accorgiamo.

E non a caso i due editoriali sono dati proprio in quest’ordine, dal generale al particolare. Uno, due. Come ben evidenziato nel layout della pagina a stampa, qui riportato.

Ma il diavolo, si sa, si nasconde nei dettagli. Il secondo editoriale, quello riguardante la Grecia, il caso particolare, insomma, dedotto dal caso generale, porta la data del 6 agosto. Il primo, quello da cui derivare il secondo, è datato successivamente, il giorno dopo, il 7 agosto. Un problema di aggiornamento, direte voi, ma un lapsus che a noi pare proprio un’evidenza di una giustapposizione ex post.

Per certo Nature sta facendo “informazione subliminale”. Ci formatta inconsapevolmente. Sempre e solo secondo il nostro punto di vista, certo!

 


Crediti immagine: www.tribune.com.pk

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Bias delle notizie, sottili induzioni e ipnosi