Ritorniamo su un tema che, in qualche modo, abbiamo già toccato, quello della propaganda, e che dovrebbe essere aggiornato con il termine oggi in voga.

A nostro parere, ci possono essere diversi livelli di fake news:

  • il titolo, per esempio, non corrisponde al contenuto o è del tutto fuorviante,
  • una supposizione o uno studio in progress viene fatto passare come certo e definitivo,
  • o, tanto peggio, un’opinione viene passata come un fatto,
  • e, infine, cosa da non trascurare, un’informazione, un evento, seppure rilevante, viene deformato, se non, addirittura, sistematicamente ignorato, sottaciuto.

Ci sono diverse motivazioni, per fare questo. Una potrebbe essere, ad esempio che c’è uno scopo ben preciso dell’editore, colui che finanzia, oppure si vuole distrarre, attirare semplicemente l’attenzione per occuparla su elementi del tutto irrilevanti. Pensiamo ai sensazionalismi dei portali di gossip, che passano per portali di “informazione”, anziché portali di pure chiacchiere, di nessuna rilevanza. Contenitori di pubblicità.

Come fare per tentare di districarsi in questo tsunami informativo, che a noi, in realtà, appare così incredibilmente omogeneo e univoco, se non addirittura standard?

Possiamo tentare di andare alla fonte della notizia. Di colui che effettivamente ha scritto il pezzo. Spesso, infatti, ciò che stiamo leggendo è un rimando, se non addirittura un copia e incolla, a volte senza neanche essere dichiarato, di un’altra fonte. Oppure possiamo porci la domanda “chi finanzia chi”, una variante, insomma, del chercez la femme… E, da ultimo, tentare di comprendere l’intento dell’ente che sponsorizza la testata.

Se poi ci andiamo a leggere Gli stregoni della notizia di Marcello Foa1, comprendiamo come le precedenti riflessioni possano estendersi anche alle agenzie di stampa… ebbene, sì, anche quelle più blasonate.

Chiedendoci, ad esempio, chi seleziona le notizie? E, con quale ordine di priorità, di rilevanza queste notizie vengono date?

Come mai, a volte, semplici ipotesi assurgono, addirittura, al rango di fatti oppure, molto difficilmente, troviamo un qualche approfondimento – effettivo – su eventi che, per le agenzie di stampa, quasi non esistono? Anche se indubbiamente sono fenomeni rilevanti. Un esempio tra tutti? La poco credibile, schematica e omogenea narrazione del fenomeno Gilet Gialli in Francia di fine 2018, fatta dal mainstream.

Un ultimo commento conclusivo, ma determinante, a nostro parere. “Chi” decide che una notizia è da considerarsi “fake” e in base a quale criterio? Di più, come distinguere una fake news da una vera e propria “censura”?

Siamo consapevoli, a questo punto, di correre il rischio di ricevere un giudizio infamante, quanto definitivo: “complottista!
Fine della discussione, se mai ce ne fosse stata stata una…
Ma vale comunque la pena, secondo noi, riflettere un poco sull’assurda omogeneità di messaggi, che la stragrande maggioranza dei media ci sta quotidianamente propinando.


Gli stregoni della notizia. Atto secondo. Come si fabbrica informazione al servizio dei governi, Marcello Foa, Guerini e Associati, 2018
Il Ministero della Verità, Massimo Mazzucco, Contro.tv, 11/04/2020

Crediti immagine: Logicalmediagroup.com

Piccola raccolta estemporanea a proposito dell’andamento della “libertà di stampa”.
NBC, India introduces new rules to regulate online content, 25/02/2021
Elisa Lello, Complottismo e dissenso, Comune-Info, 26/02/2021

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Fake News