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La vera forma: Realtà e Rappresentazione, insieme

Riprendiamo il filo del discorso e passiamo alla seconda acquisizione: la Rivelazione. La Vera Storia. Sono venuto a conoscenza di una Verità. Importante. Fondamentale. Essenziale. Il come però non sono autorizzato a dirvelo. Quindi non insistete, vi prego, e prendetela per data. Come assunto di un teorema. Un’ipotesi di cui potrete voi stessi giudicarne la credibilità o meno. Non voglio assolutamente convincervi. Ma è necessario formulare quanto sto per dire – una vera e propria cosmogonia, di cui darò solo qualche cenno – per farvi capire quanto dirò. Tautologia? Fate le vostre considerazioni del caso, ma lasciatemi procedere. Ve le dico tutte in una volta, così se supererete lo shock, potrete continuare. Altrimenti, interromperete la lettura subito dopo. Fatti vostri.

Dunque. Esiste il Mondo delle Cause. Quello che qui, il Mondo della Rappresentazione, viene appunto reso visibile, manifesto. Tutto qui è una magnifica e maestosa rappresentazione dell’Oltre. Che potremmo chiamare la Realtà con la “R” maiuscola. Anche se non direttamente percepibile da noi qui. Da cosa può essere dedotto ciò? Sottolineo dedotto, non giustificato. Non c’è alcun modo di giustificare logicamente un fatto. Così è. Ma provate a seguirmi ancora per un po’, se ce la fate. Qui, nel Mondo della Rappresentazione tutto, proprio tutto, è una metafora del fatto che una forma è fatta da due metà che si completano. Una forma è “Realtà e Rappresentazione insieme”. Prendi un albero, ad esempio. Le radici, per la chioma sono il suo Oltre. Necessarie quanto invisibili. Così come la chioma rappresenta l’Oltre delle radici. In totale reciprocità. Ed entrambe, Rappresentazione e Realtà insieme, sono l’albero, nella sua totalità. Lo rappresentano nella sua interezza. Due metà che si completano. La sua vera forma. Così come per le facce di una moneta. Una faccia è l’Oltre dell’altra. L’una non può certo percepire l’altra. Ma è possibile l’esistenza di una moneta senza entrambe le facce? Due metà che si completano, appunto.
Ne riuscite a percepire il senso?

Troppo duro da digerire, eh? Lo sospettavo, ma andate a cercare in rete, che c’è tutto. Basta cercare!

E non è finita. Adesso arriva il bello. Il mio corpo fisico, proprio come il vostro, è unico e irripetibile. Mai ne è esistito e mai ne esisterà uno identico a questo. Soffermiamoci, anche solo per un attimo, sulla valenza di questa affermazione per la nostra attuale esistenza. L’unicità di ciascuno di noi. Proviamo a sentirne il fondamentale senso esistenziale…

L’anima è, però, ciò che rende il corpo vivo del tutto. L’operatore, il soggetto, io, voi, siamo parte dell’Oltre in quanto anime, diciamo per semplificare molto le cose, anche se ci identifichiamo, in tutto e per tutto, col corpo che ci ospita in questo momento. Cioè l’anima – il vero io – ritiene di essere, essa stessa, il corpo che sta animando. Di più. Se il cuore, ad esempio, si ferma per qualche motivo, ebbene, l’anima che l’occupava, se ne deve andare. E’ incompatibile con un corpo col cuore arrestato. E se poi il cuore riprende a battere e il corpo riprende a funzionare, senza aver subito danneggiamenti, un’altra anima, la prima libera nei paraggi, entra in quel veicolo di nuovo funzionante. E in breve tempo lo rianima, identificandosi con lui ed ereditandone tutta l’essenza, ricordi, emozioni, storia, tutto quanto. Senza apparente soluzione di continuità. Con il vincolo comprensibile che ogni anima, unica e irripetibile anche lei, può occupare un solo corpo umano alla volta. Non ce ne possono essere due contemporaneamente in uno stesso corpo, no? Tutto ciò implica, ad esempio, che l’essenza di un Mozart, se così si può dire, la sua speciale propensione per la musica, sia insita nel suo corpo, non nell’anima che la occupa al momento. O nelle anime che fossero transitate attraverso quell’unico corpo. Anche se l’anima, naturalmente, imprimerà la sua propria sfumatura a quel corpo…

Comprendete da queste brevi note – seppure leggermente spiazzanti – quanto meraviglioso sia il veicolo che tutti noi, inconsapevolmente, indossiamo? Una vera e propria meraviglia, lasciatemelo dire! Quanto rispetto e onore dovremmo accordargli, una volta noto tutto questo! Altro che “carne limite dello spirito”.

Di più. Tutto questo meraviglioso sistema è predisposto per far sì che l’anima, che non sa chi sia, identificandosi nel corpo, attraversando le esperienze e le difficoltà quotidiane, sperimentando sé stessa nei diversi corpi, possa alla fine riconoscersi per quello che è. Riconoscersi nell’altra metà, che è nell’Oltre. Sapere finalmente chi sia veramente. Conoscersi. Riconoscersi. Apoteosi! La fine del viaggio, qui.
Pensate. Tutto quello che vediamo attorno a noi, ma proprio tutto, esiste per questo unico scopo! Per poter rendere possibile il cammino dell’anima. E la sua realizzazione.
Quale meravigliosa perfezione!
Per la verità, e per completezza, oltre all’apoteosi, c’è anche una seconda possibilità. Quella che l’anima si dissolva una volta che, ignorando e rifiutando qualsiasi espressione di Oltre, si identifichi esclusivamente con qualche aspetto di questo mondo, il mondo della Rappresentazione. Rifiutando definitivamente l’altra metà di sé.

È evidente che vi sto raccontando solo una minima parte della Vera Storia. E forse anche in modo non del tutto comprensibile. Solo quello che mi serve per rendervi partecipi della mia situazione. Sempre che abbiate l’ardire di continuare ad ascoltarmi. Ma adesso devo lasciarvi, perché è arrivato il mio turno. Con il mio tecno-psicologo. A più tardi…

(continua…)

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Allucinazioni tre