Consideriamo i tre grafici presenti nel f!ash dell’Istat di settembre 2016 su “Occupati e disoccupati” del 3 novembre scorso e qui riprodotti. E proviamo ad immaginare due possibili trafiletti che potrebbero comparire sulle pagine dei quotidiani, a commento di questi fatti.

Versione PRO
Lavoro: buoni risultati delle recenti politiche governative

Tra i numerosi dati appena elaborati dall’ISTAT, relativi all’occupazione nell’ultimo anno, spiccano un più 300.000 unità degli occupati e soprattutto il decrememento degli inattivi di ben 500.000 unità.
Son dati che fanno ben sperare per il futuro e che supportano la tendenza positiva che con buona probabilità questi dati comportano.

Versione CONTRO
Lavoro: quel che il governo non riesce a fare

È incredibile quanto poco si riesca a fare per il lavoro, considerando i pessimi risultati ottenuti in questo delicato settore. Gli occupati toccano un più 0,9 per mille. Mentre gli inattivi, coloro cioè che il lavoro non l’hanno, sono scesi soltanto dello 0,4 per mille. Sembrano dati positivi, ma se consideriamo che gli occupati sono anche coloro che hanno svolto almeno un’ora di lavoro in qualsiasi attività retribuita nella settimana di riferimento, possiamo trarre da soli le conclusioni.

Di più, non si riesce a comprendere come – partendo da questi dati, farmaceutici certo, ma comunque positivi – si possa poi ottenere un tasso di occupazione negativo, che scende da 11.4% a 11,6%. Arcani fatti della statistica!

Un nostro commento: una provocazione, in effetti.

I trafiletti di cui sopra sono naturalmente inventati.
La nostra tesi – come suggerito nel titolo del post – è che la presentazione di dati, statistici o meno, non è mai neutra. Proprio mai.
C’e’ sempre una valutazione implicita, più o meno dichiarata, certo, ma sempre presente.
Di questi esempi ne esistono in abbondanza. Quotidianamente. E quasi sempre proposti come trasparentemente oggettivi.
La TV è una maestra in questo. Una fonte inesauribile di casi come quello qui presentato. Anche se poi si ha difficilmente l’occasione per riflettere, per pensare veramente, quando siamo coinvolti nel flusso incessante ed effimero dello spettacolo (tele)visivo.

Varrebbe proprio la pena, perciò, iniziare ad utilizzare – e sempre più frequentemente – il nostro personale discernimento. Applicarlo in ogni campo e settore della nostra vita. Cogliendo l’occasione per fermarci a riflettere e spostandoci verso comportamenti più attivi e consapevoli. Come quello di leggere di più e studiare, naturalmente.


Annotazione del 28 luglio 2018.
Al proposito, senza aver la pretesa di entrare nella tematica degli spin doctor, ci sembra estremamente interessante segnalare questa breve intervista di otto minuti a Marcello Foa sul tema dell’oggettività delle notizie fornite dal nostro sistema mediatico corrente.

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Esistono dati “oggettivi”?